Tra le attività istituzionali svolte da Web3 Alliance c’è la partecipazione ai tavoli di lavoro su cui si definiscono le policy e le normative. Il consigliere Roberto Silva – fondatore e amministratore di The Innovation Group – è stato incaricato di seguire per conto di Web3 Alliance il tavolo di lavoro istituito dall’Agcom per la definizione del codice di condotta degli influencer.
Quella promossa dall’Agcom è un’iniziativa importante che vede coinvolti tutti i principali player del settore: dagli editori digitali, ai social network, fino alle associazioni di categoria ai massimi livelli. I lavori, partiti all’indomani dello scandalo scatenato dalla multa comminata a Ferragni per la campagna del Pandoro Balocco, stanno arrivando alla fase finale. Si sta infatti definendo chi può essere riconosciuto come influencer, e quali sono i principi che deve rispettare in materia di comunicazioni commerciali. Abbiamo chiesto a Roberto Silva di darci un suo parere su questa iniziativa: “Credo che sia molto importante che chi si occupa di tecnologia e comunicazione digitale come noi sia coinvolto in questo tavolo e dia un contributo. Se questa cosa la lasciamo in mano solo ai giuristi si rischia di parlare dei massimi sistemi e di non comprendere né le implicazioni portate dalla tecnologia oggi, né cosa potrà accadere nel prossimo futuro grazie all’evoluzione tecnologica, che sappiamo essere velocissima.” Un aspetto importante affrontato da questo codice sarà la tutela dei minori “Questo è un punto cruciale. – prosegue Roberto Silva – Non ci rendiamo mai conto abbastanza dell’impatto che i social hanno sulle giovani generazioni. Mi ha fatto riflettere l’effetto sui miei figli della tragica morte di Luca Salvadori nei giorni scorsi. Per loro non era un semplice personaggio pubblico, era un pezzo della loro vita. Ecco, la responsabilità degli influencer oggi non può essere sottovalutata o lasciata alla loro buona volontà. Come in altri ambiti, che hanno un impatto sul benessere fisico e mentale delle persone, occorre definire dei criteri chiari che tutelino i minori e non rischino di sfruttare la loro attenzione per meri interessi commerciali.”