Siamo già nella bolla dell’AI, il dubbio è quando esploderà

Venerdì 20 settembre 2024. – A porre il tema è Luciano Floridi il filosofo italiano di casa a Yale e Oxford, che in un recentissimo paper pubblicato questa settimana analizza lo stato dell’arte dell’hype sull’intelligenza artificiale.

L’articolo di Luciano Floridi si concentra sull’analisi del fenomeno dell’intelligenza artificiale e sulla sua comparazione con precedenti bolle tecnologiche. L’autore sostiene che l’attuale entusiasmo e l’hype attorno all’IA presentano caratteristiche tipiche di una bolla speculativa, simile a quelle osservate in passato con il boom delle dot-com, delle telecomunicazioni e delle criptovalute; questo indica che il settore dell’IA potrebbe essere destinato a un crollo simile a quello avvenuto in passato.

Ma cos’è esattamente una bolla? Secondo Floridi una bolla “Si verifica quando l’entusiasmo degli investitori per le tecnologie emergenti o le aziende tecnologiche supera lo sviluppo effettivo, l’implementazione o il potenziale di generazione di profitti di queste innovazioni“. Effettivamente il momento attuale vede grandi dichiarazioni d’intenti da parte di molte imprese sull’implementazione a breve di soluzioni di intelligenza artificiale, ma al contempo una grande incertezza sull’effettiva capacità di utilizzare e ricavare valore da essi. Marco Caradonna, Co-Founder & General Partner at BlackSheep MadTech Fund, ha efficacemente illustrato questa difficoltà durante il Digital Coffe organizzato da JAKALA giovedì scorso “Il problema che hanno oggi i CMO delle grandi aziende di fronte all’intelligenza artificiale non è il “Fear Of Missing Out” la paura di essere tagliati fuori, ma il Fear Of Messing Up, ovvero la paura di fare casino: in un momento di fortissima evoluzione, buzzword e confusione è molto difficile fare la scelta giusta

Floridi prosegue indicando le caratteristiche essenziali di una bolla:

1. Un enorme aumento dei prezzi delle azioni tecnologiche o degli asset correlati, con valutazioni gonfiate che ignorano le metriche finanziarie tradizionali (ad esempio, il ritorno sull’investimento);

2. Un’ondata di offerte pubbliche iniziali (IPO) o round di finanziamento per startup tecnologiche, accompagnata da una maggiore partecipazione degli investitori al dettaglio, spesso motivata dalla paura di perdere l’opportunità (FOMO), e talvolta legata all’emergere di nuovi paradigmi di valutazione spesso difettosi;

3. Quadri normativi che sono assenti, deboli o in difficoltà nel tenere il passo con gli sviluppi del mercato;

4. Ampio hype mediatico e interesse pubblico nel settore.

Una bolla tecnologica – continua Floridi – tipicamente culmina in una correzione di mercato o un crollo, quando la realtà non riesce a soddisfare le aspettative gonfiate, portando a un rapido declino dei valori degli asset e spesso risultando in significative perdite finanziarie per gli investitori, il fallimento di molte aziende all’interno del settore, e in ultima analisi una reazione eccessiva in termini di disinvestimento finanziario e delusione sociale. Per dimostrare ciò analizza 5 casi specifici:
1) La Bolla delle Dot-Com (Fine anni ’90 – Inizio anni 2000)
2) La Bolla delle Telecomunicazioni (1996-2002)
3) La Bolla Tecnologica Cinese (2014-2015)
4) La Bolla delle Criptovalute (2011-2024)
5) La Bolla delle Azioni Tech (2020-2021)

Ricavando indicazioni e lezioni specifiche da apprendere e indicando i 5 fattori di rischio a cui occorre porre attenzione:
a) Una tecnologia dirompente al centro.
b) La speculazione supera la realtà.
c) Nuovi paradigmi di valutazione.
d) Partecipazione degli investitori al dettaglio.
e) Lacuna e ritardo normativo.
E per ognuno di essi analizza la sua applicabilità all’attuale fenomeno di hype sull’AI. L’autore conclude affermando che i fattori che indicano di essere in presenza di una bolla sono molto chiari e specifica quali accorgimenti applicare onde evitare che scoppi lasciando sul terreno vittime e macerie. Floridi ricorda infine che “la creazione di valore non deriva dall’hype o dalla speculazione, ma dallo sviluppo di tecnologie che risolvono problemi del mondo reale e migliorano la vita delle persone e gli ambienti. La sfida sta nel distinguere tra il potenziale genuino dell’AI e le sue promesse ridicole, e nel canalizzare investimenti e sforzi in aree che produrranno benefici sostenibili a lungo termine per la società. Perché la bolla AI scoppi delicatamente e il prossimo inverno AI sia mite, è meglio agire ora

Per chi fosse interessato a leggere il paper in versione originale questo il link: https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4960826